Mi capita spesso di parlare con persone, che mi contattano perché attratte dalla prospettiva di un lavoro da casa che, dopo aver ascoltato la presentazione del business, e a volte al solo sentire la parola ‘network marketing’ si affrettano ad informarmi di non essere interessate.
Con queste persone a nulla vale la migliore delle presentazioni, o il più incentivante Piano Marketing, hanno deciso che due parole associate in un certo modo NETWORK+MARKETING sono il male. Quando ti scrivono ‘Ho capito ma non sono interessata’ in un modo perentorio e riconoscibilissimo, capisci che non hai chance.
Data questa premessa, che permettetemi, ha una buona base di ironia, perché mi sto già immaginando la faccia di tante colleghe, vorrei parlare oggi di come il Network Marketing è stato, nella storia, la soluzione per tante persone.
Anche e soprattutto in momento di gravi crisi.
Chi ha inventato il Network Marketing?
Inizio dando qualche dettaglio storico del settore, così per capire le origini del modello di business che ha rivoluzionato la vita di tante persone.
Come e dove è nato il Network Marketing? Chi l’ha ‘inventato’ e da che motivazioni era spinto?
Controproducente per gli addetti ai lavori continuare a sostenere che il settore del network marketing sia fiorente e profittevole senza prima contestualizzarlo in uno spazio temporale ben preciso, con numeri e dati concreti a sostegno.
Una delle prime aziende di fine Ottocento a pensare a questo modello di business, e alla distribuzione dei suoi prodotti tramite incaricati di vendita, diretta fu la Heinz, che riuscì a creare una rete con circa 400 incaricati. Ma la prima di cui abbiamo dettagli relativamente il piano marketing fu J.R. Watkins Medical Company, l’odierna Watkins Inc., nata nel 1868 e che distribuiva lozioni naturali. Nel 1890 nasce un’altra azienda che si occupa di vendita di prodotti porta a porta, profumi e cosmetici. Si tratta della California Perfume Company, che cambierà nome nel 1937 in Avon.
Da questo inizio di fine Ottocento, ai giorni nostri, sono nate tantissime aziende che hanno adottato il modello del Network Marketing per la distribuzione dei loro prodotti, aziende che hanno generato fatturati miliardari.
Se vogliamo entrare nei dettagli dei numeri, possiamo consultare il sito Direct Selling News, dove ogni anno tra aprile e maggio viene pubblicata la lista delle cento maggiori aziende del settore con il più alto fatturato relativo all’anno precedente DSN Global100. Nell’edizione 2020 di questa classifica Ariix ha raggiunto la 35° posizione, scalando le posizioni dalla 76°, con un fatturato 2019 di 230 milioni di $.
Il Network Marketing in tempo di crisi
Dopo aver capito da dove arriva questo modello di business, la storia più che centenaria che sta alla base del suo sviluppo, e i numeri che generano le aziende che lo utilizzano come sistema distributivo, non credo sia più possibile considerare il Network Marketing come un ‘lavoretto’, un espediente al quale fanno ricorso persone disperate che non sanno più che pesci pigliare per arrotondare le proprie entrate o, peggio, faccendieri che cercano facili guadagni a scapito di creduloni.
Tornando a rivedere la storia, il Network Marketing ha avuto il suo primo grande sviluppo in risposta alla grande crisi del ’29. Tantissime persone, lavoratori onesti ed intraprendenti, si sono trovate senza lavoro, a causa della crisi economica, senza la possibilità di potersi risollevare in quanto privi di capitale da investire.
Senza voler forzare analogie, stiamo purtroppo vivendo una situazione di crisi anche in questi tempi, in cui alla già spesso incerta situazione lavorativa, dovuta ad una recente crisi, si è aggiunta l’emergenza sanitaria che ha messo in ginocchio tanti settori.
Ecco che ancora una volta il network marketing potrebbe diventare un’opportunità che consente di poter utilizzare strumenti innovativi, accessibili a tutti, per generare un reddito senza dover fare investimento o avere particolari titoli di studio.
“Pensavo fosse un altro tipo di attività”
Ma torniamo al
“Non sono interessata al Network Marketing”
Mi sono chiesta perché tante donne (e uomini) che, cercando un lavoro da svolgere, un cambiamento nella loro vita, rispondono ai miei post e annunci che presentano il business, mi danno una risposta di questo tipo.
Mi raccontano le loro storie, spesso di difficoltà, di sogni infranti e di sacrifici per ottenere una laurea, per costruirsi una posizione nel mondo, e rispondono ad annunci su Facebook nella speranza di avere un’opportunità, tuttavia, una volta che vengono contattati non vedono che difficoltà, limiti, problemi.
Si lasciano condizionare dai pregiudizi, non riescono a cogliere proprio quell’opportunità che tanto stanno cercando!
Spesso cerco di indagare il loro comportamento e mi chiedo: perché rispondere ad una annuncio su Facebook se non sei disposto a metterti in gioco?!
Ti aspettavi ‘altro’…ma cosa esattamente? Quando lo chiedo non ottengo mai una risposta precisa. Purtroppo pensiamo di conoscere i motivi per cui NON dovremmo fare qualcosa, difficilmente quelli per cui DOVREMMO farla!
Ecco, io vorrei dire oggi, alle persone che mi leggono, che mi contattano, che mai come in questo particolare momento storico/economico è arrivato il momento di cogliere l’opportunità, e per farlo è necessario accettare un atto di fiducia. Ma non nei miei confronti, io sono sicura di quello che propongo.
L’atto di fiducia lo dovete a voi stesse.
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